Thangka – La vita del Buddha – 39×34 cm

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L’etimologia della parola “Thangka” è dipinto con superficie piana o più convenzionalmente, messaggio arrotolato.
Tradizionalmente, i monaci e i lama tibetani usavano i thangka per portare gli insegnamenti alla popolazione. Poiché sono dipinti su pergamena, cotone o altri materiali morbidi, sono stati facilmente trasportati e srotolati, ad esempio in un villaggio lontano dal monastero. Gli abitanti del villaggio si riunivano nella piazza principale attorno ad un lama, che indicava con un bastone le diverse illustrazioni del thangka, affinchè potesse trasmettere la conoscenza.
In generale nei thangka vengono illustrate : la vita del Buddha, il ciclo della vita, le rappresentazioni di divinità.

La realizzazione materiale di un thangka, come del resto avviene per la maggior parte dell’arte buddista, è di natura altamente geometrica. Braccia, gambe, occhi, narici, orecchi e vari utensili rituali vengono tutti posti su una griglia sistematica di angoli e linee, intersecandosi.
Il procedimento appare molto scientifico, ma spesso richiede una conoscenza molto profonda del simbolismo della scena che si sta dipingendo, onde coglierne l’essenza o lo spirito.

Utilizzo : Meditazione, Feng Shui, Energia Positiva, Buon Auspicio, Collezionismo, Arredamento, Interior Design.

Il materiale del dipinto è tela di cotone, ed i colori sono pigmenti solubili in acqua, sia di minerali che di materiali organici, temperati con una soluzione di erba e colla.

Thangka – La vita del Buddha

In questi dipinti viene raffigurata la storia del Buddha, dalla nascita all’illuminazione.
Vengono illustrate le esperienze significative che hanno condotto Siddharta Gautama a diventare il Buddha. Si narra che sin dalla nascita Siddharta ebbe capacità fuori dal comune, e la leggenda dice che appena uscito dal grembo della madre fu subito in grado di camminare. Fece 7 passi e ad ogni passo sbocciò un fiore di loto. Poi esclamò che avrebbe liberato l’umanità dalla sofferenza. Crebbe come principe nelle mura di un palazzo reale e nella sua cittadina all’interno. Il padre, il Re, lo circondò di prosperità, abbondanza e ricchezza, mostrandogli solo questi aspetti della vita all’interno delle mura. Dopo una giovinezza trascorsa negli agi e nelle ricchezze, e dopo essersi sposato e aver avuto un figlio, ebbe l’occasione di uscire dal palazzo. Nel bel mezzo di una festa ci fu un misterioso momento di intorpidimento generale e siddharta spinto dalla curiosità si diresse verso l’uscita del palazzo, oltre il quale non aveva mai messo piede. Uscito dal suo palazzo, ebbe quattro incontri: con un vecchio; con un malato; con un corteo funebre; con un asceta mendicante. Vecchiaia, malattia, morte e difficoltà, in quel momento Siddharta vide la sofferenza per la prima volta nella sua vita. Questi aspetti della realtà della vita lo impressionarono profondamente: era la presa di coscienza della sofferenza e dell’illusione del vivere. Desideroso di conoscere le cause del dolore presente nel mondo e di trovare uno stato di felicità duraturo, a circa trent’anni Siddharta abbandonò i privilegi della propria casta per condurre una via da asceta alla ricerca di una soluzione all’enigma della vita. Insoddisfatto delle risposte di altri maestri, dopo digiuni estenuanti, Siddharta capì che avrebbe ottenuto la conoscenza della salvezza attraverso una via equilibrata, lontano dagli estremi dei piaceri eccessivi e dalla mortificazione ascetica. A 35 anni, dopo 49 giorni di meditazione, ai piedi di un albero di fico, raggiunse l’illuminazione, e la comprensione della causa della sofferenza, divenendo così il Buddha.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 39 x 34 cm

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